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Mi chiamo Alves, ho 7 anni e frequento le scuole del CESM, a Marituba...
Mi chiamo Alves, ho 7 anni e frequento le scuole del CESM, a Marituba. Ho le scarpe sfondate sul davanti, perché le suole sono ancora buone, ma i miei piedi sono cresciuti troppo.
Non faccio mai colazione, perché non abbiamo nulla da mangiare. Vado a scuola con un vecchio zainetto a cui mia madre ha attaccato un paio di corde per caricarmelo sulle spalle.
Mi piace correre guardando il cielo e mi piace giocare con i sassi. Anche se la mamma non me ne ha mai parlato, so che ho un papà da qualche parte e spesso, quando per strada incrocio lo sguardo di qualche uomo, penso che potrebbe essere il mio papà.
La parte più bella della giornata è quando vado al Centro, dove posso giocare e fare merenda con del pane dolce e miele. A me piace tanto quel pane, forse anche perché è dalla sera prima che non mangio.
Poi è il momento della cena. Si mangia bene qui e si può andare anche due volte a prendersi da mangiare. Questa esperienza mi ha fatto capire che nel mondo ci sono persone che pensano a noi con amore e gratitudine, si prendono cura e aiutano chi è in difficoltà, non solo in Brasile. Da grande voglio anche io fare così.
Mi chiamo Jennifer e vivo in una piccola baracca nel quartiere di Bayabas...
Mi chiamo Jennifer e vivo in una piccola baracca nel quartiere di Bayabas, nella periferia di Cagayan de Oro. Qui nelle Filippine sono molte le famiglie povere, che vivono con meno di 1 euro al giorno.
Sopravvivono facendo lavori umili e saltuari e non si possono permettere un alloggio decente. Spesso i bambini sono sottopeso, denutriti e soffrono di ritardi nella crescita. La mia famiglia non ha molte possibilità, già prima il mio papà faceva lavori precari ogni tanto, ma ora, a causa della pandemia, ha perso la possibilità di lavorare e la mia mamma salta un pasto al giorno in modo che io e i miei fratelli ne abbiamo a sufficienza.
Come tanti qui, non abbiamo il denaro necessario per un’assistenza medica adeguata o le medicine necessarie. Però io sono fortunata, perché frequento la Calabrian Children Foundation, che mi dà un’istruzione, cibo e integratori alimentari. Sono grata che ci siano persone come te che non ci dimenticano, perché senza quell’aiuto non potrei andare a scuola, che mi piace tanto, e non avrei cibo a sufficienza, gravando sulla mia famiglia che è già molto in difficoltà.
Prego ogni giorno Dio per coloro che ci aiutano e anche io voglio fare altrettanto un giorno quando avrò un lavoro.
Mi chiamo Madalina, sono nata in una piccola città della campagna rumena...
Mi chiamo Madalina, sono nata in una piccola città della campagna rumena. Appena nata, la diagnosi dei medici è stata tremenda: avevo solo il 20% di possibilità di sopravvivere a causa di una gravissima forma di scoliosi congenita che mi provocava una forte inclinazione della colonna vertebrale.
A questo si aggiungeva una malformazione costale con insufficienza respiratoria, oltre alla compromissione di molti organi interni. In Romania non c’era la possibilità di curarmi.
Ma nonostante tutto la mia mamma non si è arresa e la Provvidenza non ha fatto mancare la sua materna presenza. Prima sono iniziate le visite specialistiche a Bucarest e le prime terapie e, dopo due anni, finalmente sono riuscita a venire in Italia per sottopormi ad un intervento molto complesso che mi ha raddrizzato la testa e la schiena.
Tutti interventi molto costosi, specie per una famiglia povera come la mia, ma grazie all’aiuto di molte persone come te ora i miei occhi brillano di gioia e guardano alle cose belle della vita. Prima dell’intervento mi ammalavo continuamente di polmonite perché la malformazione alla cassa toracica mi schiacciava i polmoni.
Ancora adesso, di notte, ho bisogno di un supporto alla respirazione, ma ora le cose vanno molto meglio. Mi piace andare a scuola e la mamma dice che sono molto brava, mi piacciono la matematica e le principesse e ora posso finalmente sorridere felice grazie a quell’intervento.
Mi chiamo Simon e vivo a Nairobi, in Kenya, con la zia e i suoi tre figli...
Mi chiamo Simon e vivo a Nairobi, in Kenya, con la zia e i suoi tre figli. In realtà, io la chiamo zia, ma è solo una donna a cui mia madre mi ha affidato quando avevo 3 anni, in cambio di una piccola somma di denaro.
Mi interrogo spesso sul perché mia madre non mi abbia tenuto con sé o su chi sia mio padre, la notte di frequente ho incubi in cui i miei genitori mi rifiutano e mi maltrattano. In tutti questi anni la “zia” non mi ha trattato male, ma certo non mi ha trattato da figlio: per me non ci sono mai state carezze, attenzioni, sguardi o abbracci dove sentirmi protetto e rassicurato.
Ogni cosa, anche la più piccola, ho dovuto guadagnarmela e non ho mai ricevuto un dono. Un giorno la zia mi ha portato in una grande casa con una bella pianta di melagrano in giardino, mi disse che quel signore mi avrebbe aiutato a studiare, pagato la scuola, avrei giocato con altri bambini e alla fine mi avrebbero dato anche la cena.
Temevo che zia mi abbandonasse, ma poi quel signore mi fece un sorriso e mi offrì una melagrana. Me la diede gratis, senza che me la fossi guadagnata. Poi mi accarezzò la guancia e mi diede un bacio sulla fronte. Forse mia mamma mi aveva baciato così da piccolo, ma poi nessun altro.
Con il cuore pieno di questa speranza pensai che forse quella notte gli incubi non mi avrebbero visitato e mi sarei sentito meno solo.
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Compilando questo form riceverai un’email con i dettagli utili per poter destinare il tuo 5×1000 a Don Calabria Missioni Onlus.
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Sì, non costa nulla. Si parla spesso di donare il 5×1000, ma non si tratta di una vera e propria donazione, in quanto non comporta alcuna spesa per il singolo cittadino.
Se non scegli a chi devolverla, la quota viene comunque versata allo Stato nella tua dichiarazione dei redditi.
Se non viene specificato il codice fiscale, la cifra non verrà attribuita a Don Calabria Missioni Onlus, ma sarà suddivisa in modo proporzionale al numero di preferenze ricevute dalle associazioni appartenenti alla stessa categoria.
La scelta di devolvere il 5×1000 è svincolata dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Tutti coloro che hanno ricevuto il CU (dal proprio datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione) possono ugualmente donare il 5×1000 compilando e firmando il modulo.
La scheda va poi presentata, in busta chiusa, entro i termini previsti:
Sulla busta si dovranno apporre:
Per informazioni più dettagliate consulta il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Il termine per la consegna del 730 è il 30 Settembre.
Il termine per la consegna del modello Redditi PF è il 30 Novembre.